"Basta guardare la realtà, basta guardare in faccia le sue vittime, basta non girarsi dall'altra parte e si capisce tutto".
La guerra si autoalimenta, si estende, è parte integrante del modello di sviluppo che l’ha generata. Si possono rappresentare le persone come punti per evidenziare la moltitudine di quanti muoiono e impiegare giorni interi per leggerne i nomi. Eppure, nonostante la realtà e la sua rappresentazione, non ci si ferma davanti alla morte di migliaia di persone, alla loro sofferenza o, banalmente, davanti alla fame.
In questa settima edizione dell'evento di EMERGENCY per gli studenti abbiamo presentato le ragioni della posizione che teniamo dalla nostra nascita: nessuna guerra è inevitabile. In questi anni, accanto al nostro costante impegno medico-sanitario, abbiamo lavorato anche per raccontare la disumanità della guerra. In questo percorso non siamo stati soli: giornalisti, artisti, scrittori e cantautori hanno sostenuto la nostra idea, che la guerra è il problema e non è la soluzione e, che sia al confine dell’Ucraina, nel centro di Gaza o nel cuore del Sudan e ovunque, i civili sono le prime vittime, sempre. Anche se si spengono i riflettori dell’informazione sull’emergenza di un conflitto e si accendono altrove, la guerra continua a fare vittime.
Grazie agli interventi di Nogaye Ndiaye, Takoua Ben Mohamed, Donata Columbro, Vanessa Roghi, Giammarco Sicuro e alla testimonianza di Simonetta Gola (EMERGENCY) abbiamo esplorato il tema della guerra – e di come possiamo opporci alla guerra e alla sua narrazione dominante.
Gli interventi sono stati introdotti da video, da foto e da sondaggi a cui gli studenti hanno risposto attraverso una piattaforma interattiva.